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LA LAPAROTOMIA DI PAPA FRANCESCO: DAVVERO CE NE SARÀ UNA TERZA?!

“Quando il terzo intervento?” Anche no, Santo Padre!! Quando ci si riferisce ai laparoceli è bene non scherzare troppo!

Il papa e il laparocele

Prendo spunto dalla battuta, oramai ridondante nelle notizie giornalistiche, che ha pronunciato il Papa, a poche ore dal risveglio anestesiologico. Per chi non lo sapesse infatti Papa Francesco è stato recentemente sottoposto ad un intervento chirurgico di riparazione di un difetto di parete chiamato ernia su incisione o laparocele; quando si è risvegliato il Santo Padre ha scherzato con il chirurgo chiedendo: ”Quando il terzo intervento?” (il primo è stata una resezione intestinale “open” ndr).

Il laparocele o ernia su incisione

Come già riferito dai sanitari che hanno avuto in cura il Papa, l’intervento è stato eseguito in elezione e non in urgenza, sebbene abbia letto in alcuni articoli riportati su testate rinomate che l’indicazione originava da “un laparocele incarcerato” (quindi una causa urgente).

Ma facciamo un passo indietro e ricordiamoci che cosa sia un laparocele, e quali siano i fattori che predispongono la sua formazione: ne avevo parlato nel mio blog “prevenire e curare il laparocele”.

Il laparocele è la fuoriuscita dei visceri attraverso un orifizio della parete addominale, formatosi dal cedimento del tessuto cicatriziale di una sutura di una precedente incisione chirurgica.

In parole povere: sono stato operato all’addome, dove c’è la cicatrice del taglio, si è formata un’ernia!

Tornando al caso del Santo Padre, considerando che non è un “tipo” da ospedale, il laparocele di cui era affetto non risultava sicuramente un problema estetico, ma era certamente sintomatico, cioè dava fastidio.

Case report di laparocele su trocar: poster all'EHS 2023

Il laparocele sintomatico

In che modo il laparocele si “fa sentire”?

  • Quando i visceri intestinali  abbandonano l’addome e si adagiano sotto la cute possono generare disturbi di digestione o difficoltà alla normale evacuazione, creando situazioni di stitichezza severa o episodi di vomito.
  • La presenza di un buco nella fascia muscolare dell’addome altera la normale distribuzione delle forze che sorreggono il tronco, causando importanti mal di schiena e limitando una normale attività fisica.
  • L’incarceramento del laparocele: l’impossibilità dei visceri di ritornare all’interno dell’addome, attraverso la porta erniaria, spesso genera un dolore acuto da dover risolvere, intervenendo in urgenza.
  • Lo strozzamento dei visceri, situazione ancor più grave, accade quando i visceri si girano facendo perno sulla porta erniaria:  nella torsione anche il peduncolo vascolare ne è coinvolto, generando così un’ischemia o addirittura un infarto intestinale.
  • Non da sottovalutare l’alterazione della meccanica respiratoria (ben si sa che si respira non solo col torace ma anche con l’addome): il laparocele può causare problemi respiratori seri, come la polmonite.

Favorire una chirurgia precoce

Una caratteristica dei laparoceli è che quando si formano tendono a diventare rapidamente sempre più grandi. Quando un laparocele è di dimensioni importanti, il suo trattamento diventa indaginoso e le tecniche di riparazione diventano sempre meno mini-invasive.

La chirurgia mininvasiva, che sia essa laparoscopica o robotica, riduce in modo significativo il dolore post-operatorio e accorcia notevolmente i tempi di recupero, rispetto ad una chirurgia open – tradizionale.

Se il laparocele non è curato per tempo, oltre a dar luogo alle complicanze sopra descritte, aumenta sempre più le proprie dimensioni; qui, la battuta del Papa, di essere rioperato la terza volta, inizia ad avere un suo fondamento: più grande è il difetto, maggiore è il rischio di una recidiva.

Una chirurgia di precisione

La riparazione di un laparocele non è mai un intervento banale. Il chirurgo  corregge il difetto sempre attraverso delicate e precise manovre di lisi delle aderenze cicatriziali presenti tra l’intestino e la parete addominale. Solamente se si garantisce l’integrità dei visceri si può concludere l’intervento ottenendo una riparazione ottimale del difetto di parete.

Concludo riaffermando che è fondamentale la scelta del chirurgo: esperto, capace di offrire tecniche sia laparoscopiche, sia robotiche, sia tradizionali che di alta complessità;
che il primo intervento sia eseguito ad opera d’arte ed abbia un successo duraturo!

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