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OLTRE L’ERNIA: LA COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICA

Chi mi segue da un po’ sa ormai che il mio impegno specifico di chirurgo è rivolto in particolar modo alla correzione delle ernie.

Tuttavia, in quanto chirurgo generale, la mia attività professionale non si limita ai soli difetti di parete, ma spazia ben oltre, come potete leggere qui.

È indubbio, comunque, che il mio orientamento chirurgico prevalente sia quello laparoscopico e mininvasivo.

PATOLOGIE BENIGNE E MANUALITÀ CHIRURGICA

Anche per intervenire su patologie benigne è fondamentale che il chirurgo abbia un’adeguata esperienza e manualità, non solo per gli interventi in urgenza, ma anche per quelli in elezione.

Nello specifico, la conoscenza del chirurgo dell’anatomia è un elemento chiave per la buona riuscita di un’operazione, poiché sebbene l’anatomia per la maggior parte delle persone si assomigli, bisogna tenere ben presente che il nostro corpo, al suo interno, non è mai identico a quello di un altro individuo.

UN CASO CLINICO DI COLECISTECTOMIA LAPAROSCOPICA COMPLESSA

Per fornire una prova emblematica di quanto enunciato, posso portare come esempio una VLC che ho eseguito qualche tempo fa per correggere una patologia molto comune quale la calcolosi della colecisti o colelitiasi.

La videolaparocolecistectomia (VLC) è un intervento, che quando sono presenti alcuni presupposti logistici e clinici, rientra nell’elenco di quelle procedure eseguibili in regime di day-surgery (chirurgia di un giorno); un intervento quindi a basso impatto clinico ma che, in realtà, se insorgono delle complicanze, può avere conseguenze mediche alquanto severe.

La colecisti presenta, con una certa frequenza, anomalie anatomiche che possono diventare pericolosi tranelli: se non riconosciuti, questi creano i presupposti per complicanze post-operatorie molto gravi.

Nello specifico, il caso da me trattato presenta una anomalia anatomica rara (2% delle anomalie descritte), che essendo stata riconosciuta ha permesso un trattamento adeguato ed una guarigione senza complicanze.

Alcuni esempi di anomalie anatomiche della colecisti e delle vie biliari

QUADRO CLINICO NON COMUNE

Signora di 49 anni, affetta da calcolosi della colecisti con plurimi episodi di coliche biliari; un’ecografia preoperatoria conferma la presenza di multipli calcoli della colecisti senza segni di colecistite. Si propone pertanto alla paziente l’intervento di colecistectomia laparoscopica.

Alla laparoscopia esplorativa la loggia sottoepatica presenta una sindrome aderenziale come da esiti di pregressa colecistite. L’infundibolo della colecisti è angolato e al suo interno due calcoli incuneati ne occupano il lume e non permettono di visualizzare con chiarezza l’inserimento del dotto cistico nella via biliare principale. Viene eseguita pertanto una colecistotomia (taglio della colecisti) all’infundibolo permettendo l’estrazione dei due calcoli e la possibilità di esplorare con maggior chiarezza l’anatomia della colecisti.

1 Via biliare nascosta dai calcoli nell'infundibolo - 2 Colecistotomia per estrarre i calcoli

Il dotto cistico risulta inesistente, perché la colecisti si inserisce direttamente nella via biliare principale e nella parte distale dell’infundibolo si presenta lo sbocco di un dotto biliare aberrante di calibro significativo (circa 5 mm).

3 Estratti i calcoli, è stato possibile riconoscere la via biliare aberrante

LA RICOSTRUZIONE: UN ATTO IMPEGNATIVO DI CHIRURGIA LAPAROSCOPICA

Si rende quindi necessario procedere alla ricostruzione dell’infundibolo/dotto cistico preservando la pervietà del dotto aberrante e garantendo contemporaneamente, mediante una sutura assai delicata, che la bile non fuoriesca dai dotti biliari in addome.

Ecco il video della procedura laparoscopica in cui viene eseguita la ricostruzione della via biliare

IL BUON ESITO DELLA PROCEDURA

La paziente è stata dimessa dopo circa dieci giorni; il decorso post-operatorio è stato regolare senza complicanze. Infine l’esecuzione di una colangio-risonanza magnetica ha dimostrato con chiarezza il decorso della variante anatomica biliare e l’esito ottimale della procedura chirurgica.

Mi preme ancora sottolineare come un bravo chirurgo dimostri le sue capacità anche in occasione di interventi considerati routinari, perché è evidente che ogni paziente è diverso dall’altro e riconoscerlo mette noi professionisti della salute nelle condizioni migliori per offrire ad ognuno una chirurgia veramente “su misura”!

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